Concorsi

 Curiosità

 Interviste

 Giochi

 Poesie

 Sport

 Proverbi

 Storie

 Ricerche

  Riflessioni

  Sondaggi

Libri

    Viaggi

 Cronache

   Immagini

Miti e leggende

La voce dei Bambini
Associazione di Volontariato del Piemonte "Janusz Korczak"
   
 

 

 

 

INVENTASTORIE

 

“Fatti, sospetti in casa Jasper”

 

In una giornata come molte altre i cinque amici, Alice, Derek, Marta, Arianna e Jo si avviano dalle loro case verso la scuola con la cartella in spalla.

Durante la lezione di inglese, il professor Jasper, da loro considerata una persona molto strana, invita i cinque alla festa di compleanno di suo figlio Emmet, altrettanto strano.    

Tre giorni dopo, la sera della festa, il gruppo felice, ma allo stesso tempo insospettito dall’invito del prof, si reca a casa Jasper.

Arrivati alla festa notano, dentro casa, un grande tavolo imbandito di: pizzette, patatine, popcorn …

Subito cominciano a divertirsi ballando e scherzando.

Dall’altra parte della sala il prof Jasper, cercando di non farsi notare, comincia a scendere la lunghissima scala a chiocciola che porta in cantina.

Senza farsi sentire, molto silenziosamente aziona il sistema di chiusura di tutte le porte e finestre.

I cinque, sentendo un rumore proveniente da tutte le porte e finestre, capiscono subito di essere stati chiusi dentro. 

All’inizio non si scatenò il panico, ma pochi minuti dopo, l’agitazione cominciò a farsi sentire.

Cominciano a chiedere al prof Jasper il motivo di quel rumore strano.

Egli, con aria più strana del solito, disse loro: “Mi dispiace ragazzi che abbiate accettato il mio invito, ma ormai siete caduti nella mia trappola, dove non c’è via d’uscita“.

I cinque, che fino ad allora avevano avuto il sorriso stampato sul viso, cominciano ad assumere un’espressione di paura.

Emmet  che fino ad allora era rimasto zitto, piano piano comincia a camminare verso il padre con aria complice,  la stessa cosa fa sua madre Jasmine.

I ragazzi, che a questo punto avevano capito che la famiglia Jasper era ormai del tutto pazza, decisero nello stesso momento nelle loro teste  di cominciare a scappare in gruppo, anche se non sapevano la piantina della casa.

Il gruppo si nascose in una stanza che a loro pareva sicura, ma avevano pensato male, perché lì sarebbe stato il primo posto in cui il professore li avrebbe cercati.                                                     

Tutti erano in silenzio, cercando di non fiatare, ma non ci riuscirono perché scoppiarono tutti a piangere dalla disperazione di non rivedere i loro genitori.

Purtroppo, anche questa volta avevano sbagliato mossa, perché il prof. stava già salendo le scale con in mano un coltello.

I cinque che non avevano ancora intuito la presenza del coltello, ma solo l’arrivo del professore, si sentirono non solo il cuore in gola ma che stava per scoppiare.

I ragazzi fecero la mossa più brutta: si misero a correre per il corridoio inseguiti dal professore.

Passarono alcuni giorni sempre più angoscianti sia per i ragazzi che per i genitori che non vedevano arrivare a casa i propri figli da ben tre giorni.

Il quarto giorno di permanenza forzata nella casa, Jo ricordandosi la sera del compleanno, si ricordò che appena prima della chiusura di tutto il prof. era sceso in cantina.

Jo con tutti gli altri amici scesero, con passo felpato, in cantina (mentre la famiglia Jasper era uscita) e azionarono il sistema di apertura.

Per i ragazzi erano stati i cinque secondi più belli della loro vita.

Tutti in tempo record uscirono dalla casa, fortunatamente la famiglia Jasper non ritornò in tempo per vederli uscire.                                                                                                              

                                                                                                                                                         Marta e Arianna