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RIFLESSIONI

 

CELEBRAZIONI: 27 GENNAIO “GIORNATA DELLA MEMORIA”

 

Le mie impressioni sul testo scritto da Liliana Segre”


Leggendo il testo di Liliana Segre, mi sono rimaste impresse molte cose della sua vita nei campi di concentramento.
Mi ricordo, quando Liliana era in cella con suo papà, a volte i Tedeschi venivano nelle celle a prendere gli uomini ebrei e li portavano in camere dove venivano sottoposti a degli interrogatori e a volte venivano picchiati e quando il padre di Liliana tornava in cella era sempre pieno di lividi, il padre non poteva dire nulla dell’interroga-torio, ma si abbracciavano a vicenda con lo sguardo colmo di dolore e paura.
Mi è rimasto impresso quando il padre di Liliana, vedendola dormi-re, si avvicinava a lei in ginocchio e le sussurrava la sua disperazione dicendole: “Perché ti ho messo al mondo”, erano parole piene di dolore e amore verso la figlia.
Liliana, da un certo punto di vista, è stata molto fortunata perché i Tedeschi l’hanno salvata facendola lavorare in una fabbrica di munizioni; purtroppo gli altri suoi compagni sono rimasti a lavorare fuori al gelo, molti non sono sopravvissuti al freddo e alla fame.
Liliana, dopo tutti quei traumi, dovette anche lasciare per sempre l’amato padre, perché i Tedeschi decisero di separare gli uomini dalle donne e così fecero anche con i bambini. Liliana dopo aver lasciato il padre non voleva più soffrire, così decise di non affezionarsi più a nessuno.
Aveva molta fame e si ridusse, come altri suoi compagni, ad andare a prendere il cibo nella spazzatura, a volte venivano malattie, erano colpiti da infezioni e spesso morivano senza essere curati.
Un giorno i tedeschi decisero di fare marciare questi poveretti, dicendo loro di non fermarsi mai, Liliana sentì spari e vide la neve sporca di sangue, non si voltò a vedere, pensando che se si fosse voltata anche lei l’avrebbero uccisa.
Ritornati dalla marcia, ormai stremati e in minoranza, dei ragazzi ogni giorno gli dicevano che la guerra ormai era finita.
Un giorno videro dei camion arrivare, erano proprio loro i SOLDATI AMERICANI !!!!!
Finalmente vennero liberati da quell’inferno, videro i soldati americani che ad un certo punto gli lanciavano viveri e sigarette, ma anche i Tedeschi che rompevano le divise e le buttavano nei fossi.
Queste sono state le mie impressioni che in me hanno suscitato dolore e tristezza.


Giovanni Barboni di Roasio