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RICERCA

“Quali sono le origini del Carnevale?

 

Il Carnevale ha un’origine altomedievale. Il termine ha come concetto la privazione della carne; designa il giorno o i giorni che precedono il principale periodo di penitenza previsto dal cristianesimo: la quaresima.

Dato un così lungo periodo di privazioni, che investono tutti i campi, quello alimentare, sessuale, giochi, diventa presto un periodo di durata variabile, da pochi giorni a molte settimane fra gennaio e marzo. In questo periodo si cerca di esaltare tutto ciò che in quaresima non sarà più possibile fare: abbondanza alimentare, sospensione di una serie di divieti, in alcuni casi violenza gratuita contro terzi. Oltre a questi modi comportamentali privi di regole prima di affrontare la penitenza, il carnevale assume ben presto, per alcune comunità, caratteristiche simili a quelle legate al passaggio  dal vecchio al nuovo anno,

Il carnevale si celebra nei paesi di tradizione cristiana (ed in modo particolare in quelli di tradizione cattolica).

I festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare l'elemento più distintivo del carnevale è la tradizione del mascheramento.
Benché facente parte della tradizione cristiana, i caratteri della celebrazione carnevalesca hanno origini in festività ben più antiche che, ad esempio nelle dionisiache greche e nei saturnali romani, erano espressione del bisogno di un temporaneo scioglimento degli obblighi sociali e delle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo ed anche alla dissolutezza.
Nei secoli XV e XVI i Medici a Firenze organizzavano grandi mascherate su carri chiamate “Trionfi” e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è il Trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio da Lorenzo il Magnifico.

Nella Roma del governo papale si svolgevano invece le corse dei bàrberi (cavalli da corsa) e la “gara dei “moccoletti“ accesi che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente.

 

Giuseppe Poerio

                                                      

Fonte: Google