ANGOLO DELLA POESIA
Frugando nell’armadio ho trovato una poesia scritta da mia nonna ora morta. Mi ha commossa davvero tanto e vorrei farla conoscere a tutti voi.
A MARGHERITA
Avevi le treccine bionde come il grano, gli occhi grandi color fiordaliso e le labbra piccoline che mostravano nel riso, come dischiuse valve di conchiglia rosa, candide perline dall’aria capricciosa.
Due fossette messe lì, quasi per caso, danzavi senza posa dalle guancine al naso che, volto un poco in su, aveva sulla punta un neo tutto blu. I piedini lesti lesti e molto grassottelli calzavano scarpine sempre nuove, lustre e belle e i vestiti con l’appretto e il colletto di picchè ti davano di bambola un certo non so che.
Tu venivi a casa mia dove c’era un bel giardino e, nascoste tra le siepi, giocavamo a rimpiattino. Dentro l’acqua del laghetto, con ranocchie e pesciolini, bagnavamo i piedi nudi o lanciavamo i sassolini. Sull’altalena cigolante che pendeva giù dal melo, con le gambe a penzoloni, toccavamo quasi il cielo e quando stanche sedevamo sotto il grande pergolato canzoncine e filastrocche cantavamo a perdifiato.
Abbaiando e miagolando ci seguivano nel canto un cagnolino vispo e nero ed un gatto grasso e bianco mentre un biondo canarino, nella gabbietta tutta d’oro, saltellando gorgheggiava e completava il loro coro. E cosi, tra un gioco e un canto, passavamo ore felici, felicità fatta di nulla ma che rendeva i cuori amici.
Però un mattino ti ho aspettata e non sei venuta più e per colpa, mi hanno detto, di quel neo tutto blu. Accompagnata da mia madre ho posato un fiore e un cero sulla tomba tua piccina là, nel grande cimitero. Da quel marmo freddo e bianco mi guardavi sorridente volevi certo dir qualcosa ma non hai potuto dir niente.
Io ho provato dentro al petto una angoscia molto forte che proprio allora ho conosciuto il gran potere della morte. Per tanti e tanti giorni sono stata triste e sola, senza mai voler giocare, senza dire una parola. Poi, ho saputo cancellare il mio dolore smisurato per rammentar con gioia il nostro tempo spensierato quando eri bella, sempre gaia, il tuo nome profumava ti chiamavi…Margherita.
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