Concorsi

Curiosità

Interviste

Giochi

Poesie

Sport

Notizie

Proverbi

Storie

Ricerche

Riflessioni

 Sondaggi

  Viaggi

Cronache

 Immagini

Libri
La voce dei Bambini
Associazione di Volontariato del Piemonte "Janusz Korczak"
   
 

 

ALLA RICERCA DEGLI ARTIGLI D’ORO

Era dicembre e la famiglia “Caldo” si preparava alle festività natalizie; quando all’improvviso una folata di vento spalanca la porta e insieme al vento e alla neve entra un ritaglio di giornale che prontamente è stato raccolto dai fratelli “Caldo“, Girolamo e Gofredo.

Questo ritaglio di giornale, raccontava della scoperta di un archeologo tedesco di nome Franz Rubinstein.

La sua scoperta era quella del ritrovamento degli artigli di tigre d’oro, nel deserto del Sahara.

Questi artigli, sarebbero in grado di materializzare le persone in qualsiasi posto vogliano, passato, presente o futuro.

Purtroppo gli artigli, sono andati persi durante una tempesta di sabbia e si presume che si siano materializzati nel loro vecchio tempio.

Così Girolamo e Gofredo si consultarono e decisero di partire in questa avventura in Amazzonia.

Prepararono subito le valigie e volarono fin laggiù, dove trovarono di tutto e di più, serpenti, tigri, leoni ed anche animali rari e magici.

Girolamo sfoderò tutto il suo coraggio per sconfiggere gli animali più pericolosi, usando le arti marziali, mentre Gofredo, si nascondeva dietro un cespuglio e usciva solo se tutto era tranquillo.

Proseguendo il loro cammino, trovarono alcune persone davanti ad un tempio rivestito d’oro, al suo fianco c’era un tempio fatto in legno, brutto e Gofredo suggerì a Girolamo di entrare mentre lui lo aspettava fuori.

Girolamo entrò, schivò trappole e trabocchetti e quindi lì trovò gli artigli d’oro.

Grazie agli artigli d’oro entrambi si materializzarono a casa, sani e salvi decisero di usarli per fare alcuni viaggi molto lontano per cercare oggetti rari e magici.

In seguito, rendendosi conto della potenza degli artigli, temendo che potessero essere usati per scopi malvagi, li nascosero per non farli trovare più a nessuno.

EDOARDO BORGHETTI