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Associazione di Volontariato del Piemonte "Janusz Korczak"
   
 

 

 

INVENTASTORIE

 

“A.A.A. GENITORI CERCASI”

C’erano una volta in un paese lontano, lontano, un re e una regina che avevano un figlio di nome Ludovico.

Una mattina il malvagio zio di Ludovico, che voleva impossessarsi del regno, fece rapire i genitori del ragazzo. Ludovico, origliando dietro a una porta, venne a sapere che i suoi genitori erano stati rapiti dallo zio ed erano prigionieri di un temibile drago in grado di pietrificare chiunque lo guardasse fisso negli occhi.

Ludovico, allora, partì per la caverna del drago. Per arrivarvi doveva attraversare una fitta foresta dove perse l’orientamento. Ad un tratto vide una volpe prigioniera in una tagliola e la liberò. La volpe si trasformò in una bellissima fata che gli fece omaggio di tre doni: una bussola magica, un invitante pasticcino, una fiala contenente una strana pozione e uno specchio d’argento.

Grazie alla bussola magica Ludovico ritrovò la strada per la grotta del drago, ma giunse ben presto ai piedi di un’altissima montagna difficilissima da scalare.  Per riprendere le forze, e prepararsi all’arrampicata, mangiò un pezzetto di pasticcino pensando che gli sarebbe piaciuto essere già alla caverna del drago.

Ma, ecco, il suo desiderio si avverò! Il potere magico del pasticcino lo faceva spostare con la sola forza del pensiero!

Ludovico entrò nella caverna del drago e vide da lontano la sua coda. Con un movimento rapidissimo ed evitando di guardarlo negli occhi, gli pose davanti lo specchio d’argento. Il drago guardò il suo riflesso nello specchio e si trasformò in pietra. Allora Ludovico liberò dalla gabbia dove erano prigionieri i suoi genitori e divise con loro i resti del pasticcino desiderando di arrivare subito al castello. In un lampo furono di nuovo nella loro reggia.

Il re affrontò in duello il perfido fratello che però lo ferì gravemente con una spada. Allora Ludovico si lanciò contro lo zio, lo sconfisse e lo imprigionò nelle segrete del castello perché riflettesse sulle sue malefatte. Poi si avvicinò al padre ormai agonizzante e gli fece bere il contenuto della fiala che la fata gli aveva donato nella foresta. La magica pozione salvò il vecchio re e tutti (tranne il malvagio zio) vissero felici e contenti.

 

Emanuele Chiarini